Miti ed Eroi - La guerra di Troia

Dall'antica Grecia, oltre alle drammatiche vicende narrate nelle tragedie greche, sono arrivate fino a noi altre storie piene di fatti, personaggi, intrighi e passioni. Sono storie di eroi e di guerre, di viaggi e di duelli, di grandi amori e di aspre inimicizie: le scrisse, più di trenta secoli fa, il poeta Omero, e sono racchiuse in due lunghi poemi, che si chiamano Iliade e Odissea. Ma si va così lontano nel tempo che non sappiamo neanche con sicurezza in quali secoli visse, Omero; non siamo sicuri che abbia scritto tutte e due le opere e, a dirla proprio tutta, non siamo neanche sicuri che sia davvero esistito un poeta che si chiamava Omero (descritto dalle leggende come "il cantore cieco"); il suo nome potrebbe essere solo un simbolo, e gli scritti potrebbero essere canti a più voci, libri a più mani.

Ma lasciamo queste difficili questioni nelle mani degli esperti, e addentriamoci nei racconti: andiamo a scoprire questo mondo di armi e amori, e a conoscere i personaggi che lo popolano; l'argomento dell'Iliade è la lunga e sanguinosa Guerra di Troia (città che, infatti, si chiamava anche Ilio). Tutto comincia mentre a Troia sta regnando Priamo, sposo di Ecuba: quest'ultima, che ha già un bambino, sogna di partorire come secondogenito un tizzone ardente che incendia l'intero regno, e il sogno le appare subito come un cattivo presagio; il bambino che nasce è un maschio e, su consiglio dei soliti indovini di corte che vedono nel piccolo la futura rovina della città, i genitori lo affidano a uno schiavo perché lo abbandoni in campagna. Il neonato viene effettivamente lasciato al suo destino, sul monte Ida, ma riesce a sopravvivere grazie alle cure e al latte di un'orsa: quando lo schiavo che l'aveva abbandonato lo ritrova, vivo e vegeto, non riesce a infierire ulteriormente, e decide di adottarlo. Il piccolo, che si chiama Paride, nella sua nuova famiglia in mezzo ai monti, cresce sereno e si trasforma in un giovane molto forte, molto saggio e molto, molto bello.

Un bel giorno Paride riceve una visita inaspettata: gli si para davanti Ermes, il messaggero degli dei, insieme a tre splendide donne, e gli racconta che cosa l'ha portato lì: al matrimonio di Teti, una delle ninfe figlie di Urano, e di Peleo, tra i numerosi ospiti carichi di doni, brillava l'assenza di Eris, la dea della discordia; per vendicarsi di non essere stata invitata, Eris ha lanciato una mela d'oro nel centro della tavola imbandita offrendola in dono "alla più bella": il pomo della discordia! Zeus ha subito capito che sarebbe stato difficile giudicare a chi spettava la mela e così, quando tre delle dee più belle dell'Olimpo hanno cominciato a contendersela furiosamente, ha deciso che dev'essere Paride, la cui fama di uomo equo e meritevole è arrivata anche agli dei, a decidere a chi delle tre assegnare l'ambito frutto. Paride, dopo aver ascoltato il racconto, guarda le tre donne, e gli pare impossibile prendere una decisione, di fronte a tali bellezze; le tre cominciano a lusingarlo e a fargli offerte: così Era gli promette che se sceglierà lei avrà potere, Atena gli promette sapienza e virtù, mentre Afrodite gli annuncia che gli darà in moglie la più bella fanciulla della terra. Ed è quest'ultima promessa che fa decidere Paride, che consegna la mela d'oro ad Afrodite (per la quale tra l'altro era già abbastanza propenso, trovandola la più giovane e la meglio agghindata delle tre). Era e Atena immediatamente giurano vendetta su di lui e sulla sua città.

Paride, dopo questo episodio, torna alla sua tranquilla vita agreste e, visto che della donna promessa da Afrodite non sembra esserci nemmeno l'ombra, si sposa con Emone. Un bel giorno il re Priamo decide di indire a Troia dei giochi pubblici: Paride, ingolosito dal premio in palio (un toro), decide di partecipare e primeggia su tutti; in quell'occasione viene notato da Cassandra, figlia anche lei di Priamo. Cassandra è una ragazza molto speciale: amata da Apollo, aveva da lui ricevuto il dono della preveggenza; ma, visto che non aveva voluto concedere al dio le proprie grazie, questo l'aveva condannata a vedere il futuro ma a non essere mai creduta da nessuno, e questa caratteristica diventerà per lei una vera e propria fonte di guai. Le sue doti di veggente le consentono però di riconoscere immediatamente Paride come proprio fratello e, non trattandosi di una profezia, tutti le credono e accolgono a braccia aperte il membro della famiglia rifiutato tanti anni prima.

Paride, nonostante sia ufficialmente riconosciuto come figlio del re, continua a vivere con Emone tra i suoi monti, finché un giorno si offre volontario per una missione: Esione, sorella di Priamo, è stata rapita da Eracle, e Paride, per recuperarla, parte con un nutrito esercito per la Grecia. Nella città di Sparta sa di dover incontrare Elena, figlia di Zeus e di Leda e moglie del re Menelao, dal quale ha avuto una bimba, Ermione; la donna è famosa ovunque per la sua bellezza, ma Paride non si aspetta di certo la sorpresa che riceverà... non appena la vede capisce che non può essere altri che lei la donna che Afrodite gli aveva promesso in sposa, perché non può esisterne un'altra di tale splendore. Il buon senso di Paride tutt'a un tratto sembra svanire e, grazie anche all'assenza di Menelao che si trova fuori città, senza pensarci più di tanto, prende il suo esercito, assalta il palazzo e rapisce Elena... che, bisogna dirlo, non è poi così dispiaciuta di andar via con Paride, che ha trovato decisamente di suo gradimento! Ma un ratto è un ratto, non si può portar via una regina dalla sua città senza subirne le conseguenze: e la conseguenza del gesto di Paride saranno anni e anni di battaglie, di sangue e di morte; il gesto di Paride infatti scatena la Guerra di Troia.

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