Quella che nacque come una battuta in redazione e divenne presto una leggenda metropolitana rischia ora di entrare addirittura nel Dizionario Biografico degli Italiani edito dalla Treccani: si parla del nome di Indro Montanelli.
Andò così: Gianfranco Piazzesi, fiorentino come lui e da lui
omaggiato del soprannome "chiorba", vale a dire "testa grossa", un
giorno forse di luna storta pensò bene di rispondere pan per focaccia e
così coniò "Cilindro".
Suonò bene, elegante ma surreale, irridente ma con una sfumatura di
ossequio. Così il tam tam fece il suo corso, e Cilindro divenne l'alter
ego mondano dell'autentico Indro. Ebbene, non ci crederete, ma il
Dizionario di cui sopra, proprio così vorrebbe chiamarlo: "Cilindro
Montanelli". Lo si desume dal lemmario delle voci mancanti a
disposizione sul sito www.treccani.it.
In realtà, il padre Sestilio, Preside di Liceo, nel 1909 gli mise accanto al nome Indro (dalla divinità indiana Indra) e Alessandro (nonno materno) e Raffaello (nonno paterno) un nome altrettanto originale ovvero Schizogeno, che deriva etimologicamente dal greco (dalle parole "schizo" e "gene") e significa "generatore di divisioni" o più semplicemente "seminatore di zizzania". Un autentico caso di 'nomen omen' perchè tutti sanno quanto Montanelli fosse uno che spaccava l'opinione pubblica: o con lui o contro di lui (anche se, nello specifico, quel nome ebbe origine dalle divisioni dei familiari su come chiamare il pargolo).
Il padre lo voleva diplomatico, la madre impiegato di banca. Indro, per far piacere alla famiglia, prese due lauree: Legge e Scienze Sociali.