"Basta con i nomi ridicoli ai figli"

LONDRA - "Basta con i nomi assurdi ai figli". è l'appello accorato della figlia di Bob Geldof ai genitori di tutto il mondo, soprattutto a quelli vip, fra i quali la moda dei nomi eccentrici impazza. Un appello giustificato visto che la figlia di sir Geldof, cantante e attivista, si chiama Peaches ("Pesche", in italiano). Anzi, il suo nome completo è Peaches Peaches Honeyblossom Michelle Charlotte Angel Vanessa Geldof.

LE SORELLE - Una scelta del padre che, a suo dire, le ha reso la vita un inferno. "Odio i nomi ridicoli - ha confesso -. Il mio mi perseguita da quando sono nata. Odio anche essere famosa, la gente crede di conoscermi solo per il cognome che porto". Parole comprensibili, ma la povera Peaches può tutto sommato ritenersi fortunata. Alle sue sorelle è andata peggio, visto che Geldof le ha battezzate rispettivamente Fifi Trixabelle, Pixie e Heavenly Hiraani Tiger Lilly.

VIP ECCENTRICI - D'altronde i nomi eccentrici ai figli sono non sono poi così rari tra i vip del mondo dello spettacolo, che in alcuni casi sembrano quasi fare a gara per superarsi in stramberie, a spese dei poveri eredi marchiati con nomi improbabili quando non del tutto ridicoli. Dello stesso genere merceologico di Peaches, c'è anche Apple ("Mela"), figlia di Gwyneth Paltrow e del cantante Chris Martin. David e Victoria Beckham hanno chiamato i loro pargoli Brooklyn, Romeo e Cruz. La nipotina di Mick Jagger si chiama Assisi (un omaggio a San Francesco?). Ma il record della bizzarria va probabilmente a Kal-el, il pargolo di Nicholas Cage, che porterà a vita sui documenti il nome kryptoniano di Superman. REGOLE IN ITALIA - In Italia ci sono alcune regole sui nomi da attribuire all'anagrafe. I divieti assoluti esistono per l'imposizione dello stesso nome del padre vivente (non è ammesso nemmeno il "Jr.", tipico degli Stati Uniti), di un fratello o di una sorella viventi. Non è possibile neppure dare un cognome come nome o nomi "ridicoli e vergognosi". Non esiste più invece il divieto per i nomi geografici, che in verità almeno per alcuni casi (Italia, Europa, America ma anche Asia) è sempre stato poco applicato.
23 gennaio 2006 - Articolo tratto da Corriere della Sera
23 gennaio 2006

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