Appello sul Web per l'11º fratello

PADOVA. Vanno d'amore e d'accordo su tutto, perché "qui si funziona come in una catena di montaggio e, se il meccanismo s'interrompe, siamo perduti. Il motore è il bene che ci vogliamo". Su una cosa, però, raggiungere la maggioranza non è stato possibile: dopo Andrea, Alessio, Giorgia, Giulio, Veronica, Sabrina, Alberto, Alessandra, Edoardo e Tommaso, trovare un nome che piacesse a tutti per l'11º fratello in arrivo si è rivelata un'impresa disperata. E allora mamma Alessandra e papà Ferruccio hanno detto basta: "Se un nome non riusciamo a trovarlo noi, si vada al referendum". Un appello attraverso un quotidiano, un indirizzo e-mail a disposizione di tutti: in pochi giorni, hanno risposto in 300 e la corsa al battesimo non accenna a fermarsi.

A Noventa Padovana, nella primissima periferia di Padova, casa Calò ha lanciato il toto-nome per il pargolo. E adesso i due figli più grandi sono alle prese con la posta da smistare e gli elenchi di preferenze da compilare.

"Dopo 10 figli avevamo esaurito le preferenze - spiega Alessandra Calò, la mamma, che ha 34 anni e il primo parto lo ha avuto a 19 -. Ogni volta che a tavola uno di noi proponeva un nome gli altri lo contestavano. Ci rimettiamo alla volontà popolare".

Guardando ai primi risultati, il bimbo che nascerà ad agosto secondo la maggioranza dovrebbe chiamarsi Leonardo; al secondo posto c'è Alessandro (ma in famiglia farebbe tre, ci sono già la mamma e una figlia di 4 anni) e via via Samuele ("purtroppo ci ricorda Cogne"), Giovanni, Antonio, Lorenzo. C'è chi dà un consiglio in più ("chiamatelo Ultimo, è un augurio") e chi si arrampica ("in inglese 11 si dice eleven, togliete la "e" e chiamatelo Leven"), chi va sul difficile tipo Guidobaldo, Rodrigo, Junior e anche Viking ("il guerriero che avrei voluto essere io"). E ancora "Azeglio, come il nostro amato presidente", "Lorenzo, come Jovanotti", "Achille, un duro che si fa rispettare".

La superfamiglia padovana assieme ai consigli per i nomi riceve anche suppliche da genitori standard: "Spiegateci come fate a mantenerne 10, noi facciamo fatica con due". La ricetta, a parole, sembra semplice. Ferruccio Calò è camionista e porta a casa 2700 euro al mese; 1700 se ne vanno per l'affitto di una casa da 250 metri quadrati. "Vorremmo comprarla, ma le banche non ci danno il mutuo perché non rientriamo nei parametri. Eppure mille euro al mese potremmo pagarli. E' stato un problema anche trovare una casa in affitto, quando dicevamo che abbiamo così tanti figli le proposte svanivano. Per trovare questa, ho mentito e ho detto che ne avevano solo quattro".

Per il resto, dato che insieme i Calò fanno una squadra di calcio (allenatore compreso), hanno trovato uno sponsor: un grande magazzino li veste con forniture complete quattro volte l'anno. Ai ristoratori della zona il gruppo fa simpatia: e capita che arrivino inviti per una domenica a pranzo. Per una gita a Gardaland hanno messo un annuncio su un giornale e hanno trovato un finanziatore. "Aiuti stabili, però, mai - si lamenta Alessandra -. Tutti dicono che le famiglie numerose sono belle, ma, quando si tratta di sostenerle nella pratica, fuggono".

Alla base dell'incontenibile moltiplicazione dei Calò non ci sono motivazioni religiose: è un semplice affidarsi alla natura che, a quanto pare, nel loro caso non fa sconti. Il più grande dei figli ha 15 anni e studia all'Alberghiero, il più piccolo ha 9 mesi. In mezzo ci sono anche due coppie di gemelli.
14 marzo 2006 - Articolo di Anna Sandri
tratto da La Stampa
14 marzo 2006

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