Cassazione: cognome della madre a figli naturali

Novità in materia di mantenimento figli e responsabilità paterne. La Cassazione ha stabilito che il cognome dei padri non deve essere imposto se lede il diritto dei figli naturali, riconosciuti dal padre solo in un secondo momento, a "conservare o a non cambiare il cognome" con il quale sono conosciuti "nell'ambito delle proprie relazioni sociali". I giudici spezzano una lancia a favore della parità uomo-donna.

Si tratta di una sentenza, che non ha precedenti: di fatto la Cassazione ritiene "non più attuale" il criterio di trasmissione del cognome assolutamente affidato a rigidi meccanismi automatici e ritiene ormai fondamentale intervento del Parlamento che adegui la disciplina sul cognome alle mutate esigenze di una famiglia che ormai da tempo non si ispira più al modello patriarcale, ma che sia anche in grado di conciliare il diritto all'identita' personale della famiglia legittima con lo stesso diritto di quella naturale.

Alla base della sentenza vi è il principio secondo cui il cognome non è solo un mezzo per risalire al nucleo familiare dell'individuo, ma anche un fondamentale "strumento identificativo della persona". "L'identità personale - recita la sentenza - intesa come un bene a sè, indipendente dallo status familiare, ha progressivamente sganciato le sorti del cognome dalla titolarità di una determinata posizione all'interno della famiglia". Questa evoluzione del diritto va quindi in direzione della parità tra l'uomo e la donna, tenuto conto che da tempo l'imposizione del cognome paterno ai figli naturali era stata oggetto di critiche perchè contraria al principio di uguaglianza morale e giuridica dei coniugi stabilito dalla Cassazione.

Il caso specifico che ha dato origine all'innovativa sentenza della Corte è quello di un bambino riconosciuto in ritardo dal padre legittimo, il quale voleva a quel punto imporgli il proprio cognome. Il bimbo, secondo i giudici, aveva già maturato una propria identità personale ed era conosciuto nel suo ambiente sociale con il cognome materno. Secondo l'articolo 262 del codice civile, in questo caso specifico il magistrato "deve prescindere da qualsiasi meccanismo di automatica attribuzione del cognome, ma deve avere riguardo all'identità personale posseduta dal minore nell'ambiente in cui è cresciuto fino al momento del riconoscimento da parte del padre".

Fino ad oggi molti progetti di legge hanno mirato senza successo all'abolizione del principio dell'automatica attribuzione del cognome paterno, considerato maschilista e legato ad un'antica visione patriarcale della famiglia. In Europa la tendenza è quella di lasciare i genitori legittimi liberi di scegliere il cognome da attribuire al neonato. Secondo la Cassazione anche in Italia c'è bisogno al più presto di un intervento legislativo in questa direzione.

29 maggio 2006 - Tratto da TGCom.it
29 maggio 2006

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