Mitologia Romana - Dei Romani Protettori

Un'altra caratteristica che sicuramente non mancava agli antichi Romani era il senso pratico... una prova ne è, oltre alla loro straordinaria capacità di progettare imponenti strutture e di far funzionare un impero immenso, la minuziosità con cui si preoccupavano che ogni singolo aspetto della vita umana, da quello fondamentale al più insignificante, avesse una divinità preposta a occuparsene. Insomma... tanti dei ad alta specializzazione! Andiamo a conoscerne un po'.

Dei incaricati di occuparsi della salute degli uomini

Febbre era la dea che si invocava per allontanare la febbre e i malanni; Fame era proprio la personificazione della fame... infatti era temibile, e viveva all'ingresso degli Inferi; Mefitide, venerata nei luoghi dove si trovavano vulcani e solfatare, era la dea che preservava l'uomo dai gas nocivi e tossici emessi dalla terra; Levana proteggeva i neonati: non solo vegliava sulla loro salute, ma faceva sì che il padre riconoscesse il neonato come figlio proprio facendo il gesto di sollevarlo da terra (in latino levare significa appunto "sollevare, alzare"). Picunno e Pilunno, in coppia, proteggevano anche loro i neonati, e in particolare Picunno ne favoriva la crescita (infatti era anche colui che aveva portato all'umanità il concime per i campi) e Pilunno li preservava dalle malattie (e inoltre aveva insegnato all'uomo a battere e macinare il grano).

Dei che sovrintendevano ognuno il proprio elemento naturale

Salacia era la dea del mare, sposa di Nettuno; Summano era il dio dei temporali notturni, e il suo nome alla lettera significa "che invia il lampo prima dell'alba"; Vertunno era il dio dei giardini e della frutta, e sorvegliava l'alternarsi delle stagioni; il suo nome viene dal verbo latino vertere che vuol dire "mutare, cambiare", e infatti anche Vertunno cambiava aspetto insieme alla natura che da una stagione all'altra cambiava faccia. Pomona, dea dei frutti degli alberi (in latino il frutto si chiamava pomum), doveva essere molto bella, visto che aveva molti corteggiatori fra le divinità dei boschi e dei campi; lei però li respinse tutti, finché un bel giorno Vertunno, trasformatosi in una simpatica vecchietta, la convinse ad accettare la sua proposta di matrimonio... e così le nozze furono celebrate. Robigo era la dea incaricata di proteggere il grano dalla ruggine, una malattia delle piante provocata da un fungo parassita, che danneggiava molti raccolti; Ippona (o Epona), infine, era la protettrice dei cavalli, e veniva rappresentata sempre in sella a un cavallo con una lunga tunica e una coppa in mano.

Dei che si occupavano della vita politica, economica e sociale

Feronia era la dea della liberazione degli schiavi, e si dice che gli schiavi diventassero uomini liberi se si posizionavano in una zona particolare del suo tempio; a Lua si dedicavano le armi prese ai nemici durante le battaglie, che si consacravano bruciandole in suo onore. Anna Perenna era la dea dell'anno nuovo, e veniva festeggiata in marzo, che allora era il primo mese dell'anno. Pale era la dea che proteggeva i pastori e le greggi, e Matuta quella che proteggeva il porto e, chissà perché, anche i parti! Laverna invece era una dea dedita all'economia: proteggeva i guadagni, onesti e disonesti... fino a diventare la dea protettrice dei ladri!

Dei "sentimentali"...

Talassio era la divinità del matrimonio, e veniva invocato mentre si conduceva la sposa nella sua nuova casa; e Stimula era la dea che i matrimoni li doveva far durare... infatti aveva il compito di risvegliare la passione nelle donne, favorendo i rapporti di coppia!

... e dei estremamente pratici!

Termine proteggeva i confini dei campi... e Cardea nientemeno che i cardini delle porte!

Beh, viene spontaneo pensare che tutte queste divinità, ognuna nel suo campo d'azione, ognuna nel suo piccolo... in cooperazione dovevano funzionare egregiamente, vista la strada che il popolo romano ha fatto nella storia!

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