Il nome? Un marchio di successo

LONDRA - A occhio, quale fra questi nomi ha più possibilità di entrare a Oxford o Cambridge, due tra le migliori università del mondo: Giorgia, Marta, Arabella o Flora? La risposta è alla fine dell'articolo, ma questo è un quesito su cui agonizzano tanti neogenitori, tant'è che come chiamare il proprio neonato per essere sicuri che abbia successo è ormai diventata un'arte e soprattutto un business.

NOMOLOGHI - Gli esperti "nomologhi", come si definisce Maryanna Korwitts (vero nome Mary Ann, poi cambiato perché il primo denotava "sbadatezza e procrastinazione"), possono arrivare a chiedere cifre non indifferenti - da 150 dollari per un'idea di un nome a 350 dollari per una perfetta armonizzazione di nome e cognome - per rassicurare i genitori che la propria creatura crescerà con tutti i tratti caratteriali desiderati. Si scopre così che mentre Abby, o Abigail (come il nome della dottoressa in ER) è un nome che non conduce al rispetto delle tradizioni, che apparterrà ad una ragazza che non farà volentieri i compiti ma che sarà considerata simpatica dai suoi coetanei, nomi come Natalie, Celeste o Gemma sono decisamente più accademici, e denotano maggiore obbedienza, calma e serenità nella persona che li porta. La Korwitts ci mette in media quattro "sessioni" con i futuri genitori per arrivare ad un nome e la sua tecnica comprende un vero e proprio interrogatorio sulle "qualità principali" che i genitori desiderano nel figlio.

MARCHIO - Ma ci sono pareri diversi. Il professore Albert Mehrabian, professore emerito di psicologia all'università di Los Angeles in California e autore del libro "Pagelle sui nomi dei bambini", sostiene sul Times che oggi i genitori si aspettano moltissimo da un nome e che lo trattano come "un marchio". "Così come le società mettono la propria griffe su tutto, il fenomeno della marchiatura stà contagiando anche i reparti neonatali degli ospedali. I genitori moderni vogliono dare ai propri figli individualità e vantaggio competitivo sugli altri, quindi nomi come Paolo e Daniela non reggono più". L'autrice dei bestseller di nomi per bambini, Pamela Satran, gli fa eco: "La gente si è accorta del potere racchiuso in un nome e sempre di più vuole nomi che siano diversi e inusuali". La Satran è un'esperta nel predire nuove mode e, secondo lei, il nome "Humphrey" (come Bogart) sta per fare un gran ritorno. Se Humphrey sembra poco attraente, la Satran se ne infischia: "I nomi che ci piacciono sono quelli che piacciono a tutti. Se volete essere originali, bisogna puntare su qualcosa che magari piace poco, ma che è unico. Rischiate pure i commenti negativi dei parenti davanti a nomi come Florabella o Rory, quello che conta è che siano rari ed estremamente memorabili".

REAZIONI - Mehrabian, che ha inventato "il profilo di connotazione del nome", ovvero una misurazione di come la gente reagisce ad un nome (dandogli qualità come: empatia, mascolinità o femminilità, etica, successo e divertimento) storce invece il naso ai nomi inventati, esotici o dall'ortografia dubbia, come il nome appena dato dalla pornostar Jordan alla sua bimba: Princess Tiaamii. "E' un nome che sembra straniero, è pretenzioso perché contiene un titolo nobiliare non vero e immediatamente dà l'idea di una persona poco credibile".

CLASSIFICA - Secondo le classifiche del professore Mehrabian, se si vogliono carriere importanti per i figli bisogna restare nella tradizione, e usare nomi come: Vittoria, Anna, Caterina ed Elisabetta per le femmine, o James, Thomas, Robert e Charles per i maschi(Guarda la calssifica) Infine, ecco la risposta dei nomi più accademici. Per le ragazze, a Oxbridge (Oxford o Cambridge) entrano molte più Marta, Beatrice e Carolina mentre per i maschi vincono Arturo, Alcott e Graydon.
31 luglio 2007 - Articolo tratto da Corriere.it
di Deborah Bonetti
31 luglio 2007

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