Il riposo sabbatico

Gli amici di Nomix.it mi hanno riscosso dal mio "riposo sabbatico": allora, forse, possiamo proprio riprendere da qui, da questa curiosa espressione.

Vediamo prima l’aggettivo: "sabbatico" rimanda ad uno dei termini per eccellenza più ebraici, shabbath (ricalcato nel greco sabbaton e nel latino sabbatum), il giorno dedicato al Signore. Nella Bibbia si parla con grande precisione dell’ “anno sabbatico”: in Esodo 23,10-11 troviamo scritto:  Per sei anni seminerai la tua terra e ne raccoglierai il prodotto, ma nel settimo anno non la sfrutterai e la lascerai incolta: ne mangeranno gli indigenti del tuo popolo e ciò che lasceranno sarà divorato dalle bestie della campagna. Così farai per la tua vigna e per il tuo oliveto. Concetto ribadito ancora in Levitico 25, 3-4 : Per sei anni seminerai il tuo campo e poterai la tua vigna e ne raccoglierai i frutti; ma il settimo anno sarà come sabato, un riposo assoluto per la terra, un sabato in onore del Signore; non seminerai il tuo campo e non poterai la tua vigna. (si può vedere anche Deuteronomio 15, 1 sgg, dove si parla dell’ "anno di remissione" in cui si rinuncia a riscuotere il proprio credito: esso cade però dopo sette anni).

Ecco quindi che si parla di un riposo totale, forse imposto anche dalla natura stessa dei lavori agricoli. Curiosamente, ciò è entrato nella prassi dei sistemi scolastici anglosassoni: là si parla di "anno sabbatico" per il docente che, dopo sei o sette anni , ottiene la dispensa dall’insegnamento per dedicarsi esclusivamente alla ricerca.

 Vediamo il termine “riposo”, che ha una storia un po’ particolare. E’ attestata, secondo il Dizionario della lingua italiana di F. Palazzi e G.Folena (Loescher 1992), la forma tardo - latina del verbo “repausare” (risalente al 1292) : nel latino classico, come si sa, il verbo usuale era “(re)quiescere” . Più che il verbo “pausare”, molto poco attestato, era frequente il termine “pausa”, nel senso di “sosta, interruzione” . (In tedesco esiste analogo sostantivo: die Pause, nel senso di “interruzione” e , soprattutto, di “intervallo a scuola”).

Si deve, credo, risalire al greco “pauo / pauomai”, coi suoi significati di “cessare, far cessare, desistere, smettere”. Alla mente subito occorre la stupenda chiusa icastica dell’orazione Contro Eratostene di Lisia che inizia proprio con “Paùo kathegoròn…, cioè (forse è meglio tradurre!): “Smetto dì accusare: avete ascoltato, avete visto, avete sofferto. Lo avete. Giudicatelo”.

Parafrasando il sommo oratore, io, invece, smetto di disquire!

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