I nomi più belli delle divinità greche

Concludiamo il nostro bel viaggio nel mondo dell’antica mitologia greca parlando di alcuni nomi particolarmente belli che sono nati insieme agli dei e che hanno viaggiato nel tempo per arrivare fino a noi. Sono tutti femminili, e sono nomi ammaliatori, dolci e magici!

Un nome molto antico che porta bene i suoi anni è Cloe: viene dalla parola greca chloe che significa “erba verde e tenera, pianta appena spuntata”; era uno dei nomi con cui veniva chiamata la dea della terra Demetra, incaricata di far crescere le messi e di proteggere la vegetazione; Cloe è quindi un nome profondamente legato alla natura e al verde, e sa di freschezza e di giovinezza, di germogli e di rugiada...

Anche Cinzia è uno dei nomi di una dea, e precisamente di Artemide, la dea della caccia e delle foreste, sorella del dio del sole Apollo: veniva chiamata Cinzia perché era nata sul monte Cinto. Dea della caccia e del tiro con l’arco, della fecondità e di tutta la natura, era anche protettrice degli animali selvatici, tra i quali amava in particolar modo orsi e cervi; sempre accompagnata dalle sue ninfe (tra le quali una famosa fu Aura, così chiamata perché si muoveva veloce come la brezza, come il vento), viveva libera in mezzo al verde, ed era una dea vergine: evitava accuratamente ogni contatto con il genere maschile, e addirittura trasformò un giovane in un cervo come punizione per aver osato guardarla mentre faceva il bagno. Coraggiosa e altera, severa ma giusta, è ricordata anche per un nobile atto che mette bene in luce il suo forte senso morale: Agamennone, re di Micene, si trovava impossibilitato a partire con la sua flotta a causa dell’assenza di vento; un veggente gli spiegò che era Artemide a provocare quella calma piatta, offesa perché Agamennone l’aveva trascurata oppure offesa, e che per placare la dea il re avrebbe dovuto sacrificare la figlia Ifigenia (o Ilfigenia); così, con una scusa, Agamennone trascinò la figlia in Aulide e stava per sacrificarla: ma la leggenda narra che Artemide intervenne personalmente e, all’ultimo momento, salvò la fanciulla sacrificando al suo posto una cerva, e la portò via con sé facendone una delle sue sacerdotesse.

Un carattere integerrimo doveva averlo anche Astrea, una delle figlie di Zeus, che soggiornò per un periodo tra gli uomini incaricata di proteggere la giustizia: sulla terra però vide prevalere il male sul bene, l’ingiusto sul giusto, e scoraggiata e disgustata sparì dal mondo per rifugiarsi in cielo, dove brilla come costellazione della Vergine.

Un altro personaggio salvato grazie all’intervento divino fu Danae: figlia di Acrisio, re di Argo, venne rinchiusa dal padre in una torre perché questi aveva saputo da un oracolo che uno dei figli di Danae l’avrebbe ucciso, e voleva evitare che questa incontrasse uomini. Ma Zeus, fortemente attratto da Danae, si trasformò in una pioggia d’oro e riuscì ad avvicinarla, fecondandola. Acrisio chiuse dentro una cassa Danae e il bambino, e li gettò in mare, ma fortunatamente i due riuscirono ad approdare sani e salvi a un’isola.

Altri incantevoli personaggi femminili popolavano il mondo degli dei; c’erano le Cariti, le stupende ancelle della dea Afrodite: Aglaia (“la splendente di bellezza”), Eufrosine (“la gioia”) e Talia (“la fioritura”), giovani e bellissime, rappresentavano la grazia, la bellezza e l’amore; c’erano le Muse, che sovrintendevano le arti e la scienza, stimolavano il desiderio di sapere (Urania, musa delle scienze), ispiravano il bel canto (Calliope, musa della poesia epica), proteggevano la memoria degli uomini (Clio, musa della storia); c’era Ebe, dea della giovinezza eterna e della forza vitale, che era la coppiera degli dei (cioè serviva da bere durante i sontuosi banchetti divini) e la moglie del mitico Ercole; c’era Melissa (che in greco significa “ape”) che allevò Zeus fanciullo nutrendolo di miele.

Dalla mitologia greca derivano anche alcuni nomi geografici che possono essere portati anche da una donna: Asia, per esempio, era il nome di una ninfa figlia di Oceano, ma già allora aveva dato il nome a una delle tre parti di mondo conosciuto; Europa era una principessa fenicia della quale si innamorò Zeus, che per conquistarla assunse le sembianze di un toro e la rapì per farne la sua amante.

E infine c’è un nome davvero divino, che riassume un po' il fascino di queste storie: Olimpia, che significa “abitante dell’Olimpo”, cioè del monte dove gli dei greci avevano la loro dimora.

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