Mitologia Romana - Nomi degli Dei Romani

Gli antichi Romani non potevano certo lamentare una carenza di divinità da adorare... già i popoli che vivano nel Lazio prima che fosse fondata la città di Roma avevano i loro dei: a questi si aggiunsero, man mano che i Romani vennero in contatto con altri popoli, gli dei etruschi e gli dei greci, che spesso si confusero e si fusero con quelli che già c'erano, col risultato di ottenere una vera e propria folla di personalità mitologiche!

Gli dei che a Roma godevano di maggior prestigio erano in sostanza gli stessi della tradizione greca, solo che i Romani li chiamavano con nomi diversi. Lo Zeus dei Greci a Roma si chiamava Giove: era la divinità più importante, un vecchio barbuto e maestoso, con lunghi boccoli bianchi, che governava l'universo e tutti gli elementi atmosferici. Sua sorella, ma anche sua moglie, era Giunone, dea che proteggeva la donna, la maternità, il matrimonio, la fedeltà coniugale: rispetto alla sua corrispondente greca Era, la Giunone romana era sentita come molto più materna, più dedita agli affetti familiari. E visto che tra i suoi compiti c'era quello di favorire e sorvegliare i parti, tra i suoi soprannomi c'era Lucina, perché grazie a lei i bimbi potevano vedere la luce; ma era anche Giunone Regina, perché era la principale consigliera dello stato romano. A lei sono dedicati il mese di giugno e anche i nomi italiani Giunio e Giunia che ne sono derivati.

La famosissima dea Venere, invece, proteggeva in tempi molto antichi i giardini e le vigne, ed era la dea della primavera: poi venne identificata con Afrodite, e divenne la dea dell'amore e della bellezza, e ancora oggi il suo nome richiama alla mente l'immagine di una donna bellissima, che nasce dalle onde schiumose del mare; suo figlio, la divinità maschile dell'amore, che per i Greci era Eros, presso i Romani si chiamava Cupido (nome che viene dal verbo latino cupere che significa "desiderare fortemente").

Una trasformazione nel tempo la subì anche il dio Marte (al quale sono dedicati alcuni nomi italiani di grande successo, come Marco e Martina): inizialmente venerato come dio della primavera e della natura che sboccia (e infatti il mese di marzo è dedicato proprio a lui), venne in seguito identificato con il bellicoso Ares, e prese sempre più piede la sua fama come dio della guerra.

La dea della caccia Artemide per i Romani era Diana (dall'aggettivo latino dia "splendente, luminosa"), mentre l'intelligente protettrice delle arti e delle scienze (la greca Atena) a Roma era Minerva. Elio e Selene erano venerati come Sole e Luna, vere e proprie personificazioni dei due astri. Il messaggero degli dei, che per i Greci era Ermes, per i Romani era Mercurio, che però rispetto al corrispondente greco aveva una connotazione un po' più venale... proteggeva infatti il commercio e i guadagni (il suo nome viene dalla parola latina merx "merce").

Altri dei in qualche modo identificati con quelli greci erano Saturno (il greco Crono), che impersonava la prosperità, il benessere, la ricchezza; Nettuno (Posidone), il dio del mare e dell'acqua, che però proteggeva anche i cavalli e i campi dove questi correvano; Vulcano (Efesto), il dio del fuoco e dei metalli, che sotto l'Etna aveva una fucina nella quale lavorava alla forgiatura di armi. Il dio del sole invece, proprio come in Grecia, veniva chiamato con il doppio nome di Febo Apollo.

La Madre Terra, la greca Gea, a Roma veniva venerata come Gaia Tellure (o Gaia Tellus), e proteggeva i doni della natura insieme a Cerere (corrispondente alla greca Demetra): quest'ultima, dea dell'agricoltura e del grano, era la dea più amata e più popolare fra il popolo, perché era quella che più direttamente si occupava del suo nutrimento (che per le classi più povere era sicuramente una priorità!).

Infine, la storia della dea Aurora, personificazione di questo momento della giornata (per i Greci Eos) e madre dei venti: quando uno dei suoi figli fu ucciso da Achille cominciò a piangere per non smettere mai più, e le sue lacrime, ogni giorno, si trasformano in rugiada.

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